Il Consiglio Direttivo dell'Associazione è felice di annunciare a tutti i Soci ed a tutti quelli che avranno piacere di venire a passere un po' di tempo con noi, che con uno sforzo non indifferente proveremo a divulgare la conoscenza del piccolo patrimonio di cultura e tradizione costituito dal nostro gioco, nel perfetto spirito del nostro scopo associativo, nell'ambito dell'evento di tradizione e folklore che ormai da 24 anni si svolge nella splendida Militello, patrimonio dell'Unesco, con la denominazione di Sagra della Mostarda e del Fico d'India.
L'Amministrazione comunale ha aderito alla nostra proposta mettendo a disposizione i locali del bellissimo Palazzo Laganà-Campisi sede della Biblioteca e dell'Archivio Storico Comumunale, nonchè del Museo civico "Guzzone".
Una piccola mostra al piano terra nei locali della sala lettura, introduce con un percorso di piccole tracce, alla scoperta della "vera" storia dei Trionfi o Tarocchi, e dell'arrivo in Sicilia del mazzo e del gioco che vi si praticava, fino ad accennare agli svariati giochi che ancora oggi, sebbene a rischio di "estinzione" vengono praticati in alcuni paesi siciliani, ma anche in Italia e in Europa (Francia).
Al primo piano in una splendida terrazza affacciata sul panorama e sui tetti della città o in una altrettanto splendida saletta all'interno, si ripeteranno mini-corsi sulle regole del gioco e tavoli di pratica assistita.
Nei giorni di Sabato 18 e domenica 19, alle ore 18:00, si terranno due piccoli ma speriamo significativi eventi.
Sabato 18 ci sarà un breve Reading Poetico, che vedrà svilupparsi, sulla traccia di filo sequenziale costituito dai "Trionfi" dei Tarocchi Siciliani e dei loro archetipi personificati, le splendide ottave in vernacolo siciliano in rima del poeta menenino Paolo Maura, che meriterebbe una fama ed uno studio a tutti i livelli per la semplicità e insieme la grandezza del suo messaggio di vita che si può perfettamente riassumere in quella "speciale disperazione" evocata da De Andrè nella sua "Smisurata Preghiera": "Ricorda signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco, non dimenticare il loro nome, che dopo tanto sbandare, è appena giusto che la fortuna li aiuti". Maura visse sulla propria pelle, nelle sue vicende private e pubbliche il segno del secolo XVII. Periodo che ci narra storie di soprusi del potere, delusioni private, tragedie pubbliche (il terremoto del 1693), che un siciliano, di qualunque secolo, dovrebbe ancora imparare a riconoscere ed essere pronto reagirvi. Il tutto con il racconto parallelo di una piccola "Ballata del Fujiuto" frutto di una piccola idea poetica composta in italiano, che Carlo Blangiforti, appassionato e preparato animatore culturale di Mineo, ha saputo a mio parere, con semplicità reinterpretare e "vestire" non solo della lingua di Maura, ma in maniera credibile e teatrale, del "personaggio" Maura.
Domenica 19, alle ore 18:00, sarà l'occasione della presentazione di un piccolo libro o manuale introduttivo, che prova a fare un piccolo rispettoso passo sulle orme di Michael Dummett, riproponendo per brevi cenni la battaglia di verità del filosofo inglese contro la "falsa storia" dei Tarocchi quali strumento occultistico e divinatorio e presentando le regole generali dei giochi siciliani, e quelle particolari seguite a Mineo, in una forma testuale e grafica maggiormente finalizzata alla conservazione e divulgazione del gioco giocato. Il libro si intitola "I Tarocchi Siciliani di Mineo - Piccolo manuale con esempi e cenni di strategia di gioco" ed è stato stampato nella collana "I Quaderni del Centro", a cura del Centro Culturale Permanente Paolo Maura di Mineo, come frutto del lavoro di studio, ricerca e sintesi, che in parte era confluito già in questo sito a partire dal 2012, svolto da Salvatore Bonaccorsi col supporto dell'Associazione Gioco Tarocchi Siciliani - Michael Dummett.
Nell'occasione sono stati invitati i rappresentanti delle Amministrazioni comunali e delle Proloco dei paesi interessati, nella speranza di poter avviare sin d'ora un dialogo finalizzato alla presa di conoscenza della peculiarità e specificità culturale costituita da un gioco popolare dalla storia così antica, e delle possibilità che potrebbe offrire (perchè chi non sogna non vive!) un riconoscimento quale patrimonio culturale immateriale da parte dell'Unesco.
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