Glossario dei Tarocchi siciliani
di M.Gennaro e S.Bonaccorsi
Arie, i Trionfi n. 16 (la Stella), 17 (la Luna), 18 (il Sole), 19 (Badda v.) e il 20 (Giove). Tutti, escluso Giove che vale 10 punti, valgono 5 punti in termini di valore di punteggio delle carte, con il metodo di conteggio attuale, con valori standard o nominali (v.). Nei giochi di Mineo, oltre ad avere un ruolo legato al suddetto valore della carta ai fini della Rimatura (v.) sono rilevanti ai fini degli ulteriori obiettivi aggiuntivi del gioco detti jochi (v. Jocu): per ciascuna Aria sottratta agli avversari si conquista 1 jocu (v. Pigliata); la conquista di tutte le Arie escluso Giove vale 1 jocu; la conquista di tutte le Arie, Giove compreso, vale 2 jochi.
Badda, (o Palla o Atlante): è il Trionfo n.19, il secondo in valore di presa dopo Giove. Nel gioco a 4 di Calatafimi: il suo possesso insieme a quello di Giove può essere dichiarato verbalmente o dichiarando Batto (v.) o battendo fisicamente il tavolo con le nocche della mano.
Batto, espressione convenzionale con cui un giocatore, nei giochi ove ciò è consentito, può comunicare al compagno il possesso di Giove e di un’altra Aria tra il 19 e il 18. A Calatafimi a volte l’espressione è sostituita dall’azione fisica di battere il tavolo con la mano, dicendo o meno Giove o Palla per dichiarare la carta posseduta.
Carte di valore (o carte speciali o carte di conto), sono le sole 23 carte che hanno un valore di punteggio particolare e sono in pratica solo alcuni trionfi (20,19,18,17,16,1 e Fuggitivo) e tutte le figure (v.) dei semi ordinari. Tutte le altre carte sono dette scartine (v. Scartina).
Chiamante, colui che effettua una Chiamata (v.).
Chiamata, 1. nei giochi di Mineo, effettua una chiamata, divenendo quindi chiamante volontario il primo giocatore che durante la fase preliminare dichiara “chiamo” senza che nessuno dei successivi giocatori lo superi dicendo “vado solo”. Il Chiamante volontario indica il suo compagno (con il quale giocherà in coppia) in colui che possiede il più alto Trionfo non in suo possesso. Se però quel Trionfo si trova nel monte (v.), il giocatore dovrà giocare da solista (v.) (c.d. solista forzato).
In una variante se nessuno dei giocatori ‘chiama’ o ‘va solo’ è obbligato a chiamare (e per questo è detto “Chiamante forzato”) il giocatore che ha Giove tra le sue carte. Anche in questo caso il chiamante indica il suo compagno in colui che possiede il più alto Trionfo che il chiamante non ha, ma gli è concesso, prima di fare tale indicazione, consultare il Monte (v.).
2. Nel gioco a 3 di Tortorici, Chiamo è la scommessa introduttiva minima che può fare il primo a parlare; se non viene superato da un vado solo (v. Solista), in questo caso si gioco la smazzata ognuno per sé.
Cinquine, si chiamano così, globalmente le 8 carte di valore (v.) o speciali, col valore di punteggio di 5 punti con i valori standard o nominali (v.), e cioè i 4 Re, e le 4 Arie 16,17,18,19.
Decine, si chiamano così, globalmente le tre carte di valore (v.) o speciali, col massimo valore di punteggio delle carte, 10 punti con i valori standard o nominali (v.), e cioè Giove, Picciotti e Fuggitivo.
Faglio, 1.Termine utilizzato per indicare genericamente lo scarto (v.). 2. essere faglio di un seme, vuol dire anche non possedere carte di quel seme, ed essere quindi nelle condizioni di dover rispondere di Trionfo; fare il faglio di un seme, è la possibilità che ha il giocatore che deve appunto ricostituire il monte facendo lo scarto, di disporre in esso tutte le carte di un certo seme in suo possesso, nel caso siano meno o uguali a tre.
Figure o carte di Corte, nei Tarocchi Siciliani le figure di ognuno dei 4 semi tradizionali sono 4 come negli altri mazzi di Tarocchi, con la particolarità che quella di valore minore è una Dama o “Fantessa” femminile e non maschile come nelle carte regionali, preceduta da Re, Regina e Cavaliere. I valori di punteggio delle carte (sempre coi valori standard (v.)) dal Re alla Dama sono 5, 4, 3 e 2 punti.
Fuggitivo, (dial. Fujutu, Frustratu a Tortorici e Barcellona), è la carta che consente a chi ne dispone di scegliere di non rispondere al seme. Il Fuggitivo va esibito agli altri giocatori e riposto tra le proprie prese. Vale 10 punti ai fini del punteggio delle carte con valori normali. Nei giochi di Mineo, consente al solista (v.) che abbia preso anche Giove (v.) ed i Picciotti (v.) di vincere, se effettuata all’inizio, la Scommessa (v.).
Giove, il Trionfo n. 20 e dunque la carta più alta di tutto il mazzo. La sua presa vale 10 punti ai fini del punteggio delle carte con valori normali. Nei giochi di Mineo, consente al solista (v.) che abbia preso anche il Fuggitivo (v.) ed i Picciotti (v.) di vincere, se effettuata all’inizio, la Scommessa (v.).
Jocu, (pl. Jochi). Nei giochi di Mineo, punto di premio (v.) o punto-partita assegnato a chi (da solo o con gli eventuali compagni) realizzi uno degli obiettivi del gioco. Vince in effetti il solista (o la parte) che al termine di una mano ha realizzato più jochi.
Mazziere (dial. Cartaru o Cartante), chi distribuisce le carte. In alcuni giochi può guardare la carta in fondo al mazzo, che sarà una di quelle contenute nel monte (v.), prima i cominciare la distribuzione; in altri può addirittura vedere tutto il monte prima di decidere la sua dichiarazione. Nel gioco a 3 di Barcellona, se i primi due giocatori passano nella fase di dichiarazione, è sempre lui a prendere il monte (v.), mostrarlo agli altri e poi fare lo scarto (v.); nel gioco a 3 di Calatafimi, dove si gioca sempre ognuno per sé, è sempre lui a prendere il monte (v.), senza mostrarlo agli altri ed a fare lo scarto (v.).
Miseria, è il più basso dei Trionfi, non numerato, che vale meno dei Picciotti n.1, e che rappresenta appunto un mendicante o meglio un galeotto incatenato a un grosso masso che implora la sua razione di cibo. E’ una carta peculiare dei soli Tarocchi Siciliani.
Monte (dial. Munti,) il gruppo delle tre carte rimaste dopo la distribuzione di 15 (nel gioco a 4) o 20 (nel gioco a tre) a ciascuno dei giocatori. Nella maggior parte dei giochi è assegnato al dichiarante, chiamante (v.) o solista (v.). In alcuni va di diritto al mazziere (v.) per quel turno. In tutti i casi il giocatore cui spetta, prese le carte che lo compongono, che si devono mostrare o meno agli avversari in relazione all’uso del gioco specifico o di un accordo iniziale, deve poi effettuare lo scarto (v.) ricostituendo il monte che farà comunque parte delle sue prese a fine partita.
Picciotti, il Trionfo n. 1. Il suo valore di punteggio con valori standard (v.) è di 10 punti. Nei giochi di Mineo, consente al solista (v.) che abbia preso anche Giove (v.) ed i Picciotti (v.) di vincere, se effettuata all’inizio, la Scommessa (v.) che gli vale 1 jocu, assegnato agli avversari se non riuscita; inoltre vale 1 jocu (v.) come Pigliata (v), se conquistata dagli avversari.
Pigliata, nei giochi di Mineo: è la conquista tra le proprie prese di un’Aria (v.) o dei Picciotti (v.) che erano in mano ad un avversario. Ciascuna Pigliata vale 1 jocu (v).
Punti delle carte, sono i punti acquisiti dal conteggio dei valori di punteggio delle carte e dai 5 punti aggiuntivi per l’ultima presa; sommano complessivamente 109 punti e nella maggior parte dei giochi i pagamenti finali tra giocatori o la totalizzazione del punteggio sono basati sul confronto del numero di punti effettuati rispetto a quelli medi ottenibili in funzione del numero di giocatori, eventualmente computati applicando un moltiplicatore nel caso di gioco con solista.
Punti di premio o punti partita, nei giochi di Mineo, sono i punti assegnati in funzione dell’ottenimento di determinati obiettivi detti Jochi (v. Jocu): maggioranza dei punti delle carte (v. Rimatura), ultima presa (v. Vanto) o ultima presa dichiarata (v. Rivanto), conquista agli avversari di determinate carte (v. Pigliate di Arie o Picciotti), conquista tra le proprie prese di particolari gruppi di carte [4 Re, tutte le 4 o le 5 Arie (v.), le tre decine (Giove, Picciotti e Fuggitivo, v. Scommessa)]. In questi giochi i pagamenti a fine smazzata tra i giocatori avvengono sulla base della differenza di questi punti premio ottenuti dalle due parti.
Re, la carta più alta dei semi tradizionali (oro, bastoni, coppe, spade). Il suo valore di punteggio con valori standard o nominali (v.) è di 5 punti; nei giochi di Mineo, la conquista di tutti e quattro i Re vale 1 jocu (v.).
Rimatura, nei giochi di Mineo: è la conquista della maggioranza dei punti delle carte (v.) e cioè di almeno 55 dei 109 punti ottenibili con le prese, che al minimo si ottengono avendo 54 punti e due scartine. Vale 1 jocu (v.). Oltre ai punteggi delle varie carte di valore possedute vengono assegnati 5 punti alla parte che effettua l’ultima presa.
Rivanto, nei giochi di Mineo, impegno con cui uno degli avversari del Solista (v.) o del Chiamante (v.) dichiara, prima che sia giocata la prima carta del turno, che la propria parte realizzerà il Vanto (v.), cioè l’ultima presa. Se l’impegno è mantenuto il gruppo degli avversari del solista o del chiamante guadagna 1 jocu (v.) aggiuntivo rispetto al normale 1 jocu assegnato per il Vanto (per un totale quindi di 2 jochi); se non è mantenuto i 2 jochi vanno al Solista (v.) o alla parte del Chiamante (v.).
Scartina o carta qualunque, sono tutte le carte senza valore particolare di punteggio, cioè tali che solo un intero terzetto di esse valga 1 punto; sono tutte le carte numerali dei quattro semi e tutti i trionfi, esclusi quelli con valore di punteggio (Arie, Fuggitivo e Picciotti).
Scarto, è la ricostituzione del Monte (v.) effettuata da chi lo aveva preso, scegliendo tre delle proprie carte, esclusi Re o Trionfi. Alla fine della smazzata viene comunque acquisito tra le proprie prese. Viene a volte definito Faglio (v.), termine cui ci si riferisce anche per definire il seme delle cui carte un giocatore è privo, forse per traslato poiché nell’effettuare lo scarto il giocatore ha l’opportunità di disporre nello scarto tutte le carte di quel seme in suo possesso e porsi quindi nella condizione spiegata.
Scommessa, nei giochi di Mineo, può essere fatta solo dal solista (v.) che, possedendo almeno Giove e il Fuggitivo, si impegni – prima dell’inizio della prima presa – a conquistare anche i Picciotti. Se mantenuto, l’impegno vale 1 jocu (v.) altrimenti il punto-partita va agli avversari. L’eventuale conquista dei predetti tre Trionfi da parte del solista che non abbia fatto la Scommessa non gli attribuisce alcun jocu.
Solista, chi gioca la mano da solo contro tutti gli altri giocatori. Usualmente detto impegno viene assunto nella fase di dichiarazione dicendo “Vado solo” (dial. Vaju sulu) o “Solo”. La mano giocata con un solista viene anche detta Solità. La dichiarazione di solità prevale sempre su quella di chiamata (v.), che in alcuni giochi corrisponde alla volontà di giocare la smazzata ognuno per sé (es. gioco a 3 di Tortorici), e in altri alla dichiarazione di una carta per giocare in coppia con un compagno ignoto che la possieda. In alcuni giochi è possibile una dichiarazione di solità a distribuzione parziale, di 5, 10 o 15 carte.
Solo (o Vado solo), dichiarazione effettuata dal Solista (v.)
Trunfo (o Trionfo), le 22 carte figurate diverse da quelle dei semi tradizionali (oro, bastoni, coppe, spade), dette anche Briscole o Numeri; a parte il Fuggitivo (v.), prevalgono su queste ultime perché hanno valore di briscola.
Ultima presa, ai fini del conteggio dei punti delle carte (v.) vale 5 punti. Nei giochi di Mineo, vale inoltre 1 jocu (v.), ai fini dei punti-partita o obbiettivo (v. punti di premio).
Valori standard o nominali o attuali, sono i valori di punteggio delle carte oggi comunemente utilizzati, secondo le definizioni datene da Dummett e Mc Leod nei vari testi, per distinguerli da quelli utilizzati ad esempio con altri metodi di conteggio, come quello usualmente denominato originario, con valori ridotti delle carte. Sono i valori richiamati ed indicati in tutte le voci del presente dizionario.
Vanto, nei giochi di Mineo, è la conquista dell’ultima presa, cioè quella ottenuta con l’ultima carta rimasta in mano a ciascun giocatore. Vale 5 punti ai fini del conteggio dei valori dei punti delle carte ed 1 jocu ai fini dei punti-partita (v. anche Rivanto).