Per le immagini si fa riferimento all'ultimo mazzo prodotto in Sicilia da una piccola tipografia della mia città, denominata Concetta Campione, fino al 1965-1970. Testimonianza completa del mazzo di cui riportiamo le immagini è reperibile sul web nel sito del World Web Playing Cards Museum, cui si rimanda anche per la presenza di ulteriori mazzi antichi di Tarocchi Siciliani. La fonte originaria delle immagini si deve alla collezione del Sig. Domenico Starna, appassionato e collezionista italiano, che ha contribiuito anche a documentare le regole per il software per giocare ai Tarocchi di Barcellona, il cui link trovate nella sezione Software free, oltre ad essere stato l'unico finora ad aver pubblicato sul web qualche notizia sulle regole dei giochi siciliani, costituendo anche per noi il "primo contatto", insieme ai testi dell'Enciclopedia di Dossena, fino al reperimento dei libri di Dummett.
(Nota:nei mazzi, compreso quello Modiano, oggi il solo in commercio, trovate anche l'Asso d'Oro. Esso, tranne che in una variante giocata a Barcellona, non viene mai utilizzato realmente nel gioco. Fù introdotto nel 1862, per la necessità di avere una carta con lo spazio opportuno per opporre il timbro di una nuova tassa sulle carte, poi soppressa negli anni '70 con l'introduzione dell'IVA)
41 sono carte dei quattro semi ordinari, Oro, Mazze, Coppe e Bastoni, qui però nella forma assimilabile al modello portoghese, molto diffuso nei mazzi anche regionali da Roma in giù dal 1600, e di cui oggi è l'unico superstite in Europa.
Rispetto alle carte regionali siciliane, che mantengono il modello spagnolo, si caratterizzano, oltre che per la presenza di una figura aggiuntiva (la Regina), per la posizione seduta dei Re, per il fatto che nei semi lunghi, spade e bastoni sono intersecati diagonalmente e non disposti separati, e soprattutto per il fatto che sono presenti le carte numerali dall'8 al 10 e mancano invece quelle dall'Asso al 4.
Questo deriva dal fatto che anche il mazzo di Tarocchi Siciliani, in realtà almeno fino alla seconda metà del 1700, periodo nel quale lo studioso Marchese di Villabianca ci descrive nel suo Opuscolo manoscritto il gioco, era ancora costituito da un mazzo "completo" standard di Tarocchi, come quello tuttora in uso in Piemonte e in vari paesi Europei, composto cioè di 78 carte, e nei quali le carte di seme sono in tutto 14: 4 figure + tutte le carte numerali dall'Asso al 10.
Altra caratteristica è la presenza di un indice alfanumerico, posto centralmente ed ad entrambi gli estremi delle carte numerali, che esplicita il valore (con un numero) ed il seme (con una lettera: B=Bastoni, C=Coppe, S=Spade, O=Oro) della carta.
Le figure di ogni seme sono 4. Rispetto ai mazzi regionali c'è in più la Regina che si inserisce tra il Re ed il Cavaliere.
Vi sono poi, per i semi di mazze, coppe e spade, 6 carte numerali, dal 10 al 5.
Per questi semi quindi le carte totali sono 10.
Per il solo seme di Oro le carte numerali sono 7, dal 10 al 4, e le carte totali del seme sono quindi 11:
Oltre alle 41 carte dei semi usuali vi sono poi altre 22 carte di un seme speciale detto di Trionfi (Trunfi in siciliano) o Briscole o Numeri.
20 di queste carte riportano una numerazione che manifesta anche l'ordine di sequenza di presa crescente, da 1 a 20.
1 carta non numerata, che rappresenta La Miseria, va considerata come un numero 0 (zero), e costituisce il trionfo di valore più basso, da disporsi al di sotto del numero 1, detto I Picciotti.
1 ulteriore carta non numerata, con ruolo di "Scusa", analogo a quello del Matto degli altri giochi coi Tarocchi, rappresenta Il Fuggitivo ('U Fujutu).
Terminologicamente i cinque trionfi più alti:
16. LE STELLE
17. LA LUNA
18. IL SOLE
19. IL MONDO (O ATLANTE) detta 'A BADDA
20. GIOVE
sono detti ARIE, ed hanno un ruolo particolare e caratterizzante in alcuni giochi, oltre ad avere elevati valori di punteggio.
Un primo contatto su un inquadramento della sequenza dei Trionfi ed un suo confronto con quelli più noti