Con il mazzo dei Tarocchi Siciliani sono praticati oggi diversi giochi che hanno in comune, alcune caratteristiche base, identiche per tutti i giochi praticati nei diversi paesi e nel dettaglio:
CARATTERISTICHE BASE COMUNI
(vedi sezione IMPARARE - LE REGOLE GENERALI)
I tipi di gioco conosciuti e catalogati dal filosofo Michael Dummett nelle diverse opere che ha dedicato allo studio del gioco dei tarocchi sono dieci (li riportiamo nell'ordine e con la numerazione in cui sono presentati nel libro A History of Games Played with Tarot Pack, e anche noi li identificheremo per semplicità anche col solo codice numerico nelle tabelle esplicative):
1. a 3 giocatori: - con solista 1 contro 2
- ognuno per sè
2. a 4 giocatori: - a coppie fisse affrontate
- ognuno per sé
3. a 3 giocatori: - con solista 1 contro 2
- ognuno per sé
4. a 4 giocatori: - a coppie fisse affrontate
5. a 3 giocatori: - con solista 1 contro 2
(Vanto, 1930 circa) - ognuno per sé
6. a 3 giocatori: - con solista 1 contro 2
7. a 4 giocatori: - con solista 1 contro 3
- a coppie ignote con chiamata
8. a 4 giocatori: - con solista 1 contro 3
- a coppie ignote con chiamata
- a coppie note con dichiarazioni
9. a 3 giocatori: - ognuno per sé
Ovviamente, in molti posti, e soprattutto a Tortorici, ci sono ulteriori sotto-varianti o pratiche di dettaglio che possono differire tra i vari Circoli, dove il gioco è praticato. L'invito per tutti gli amici di Tortorici, o altri che vogliano documentare queste varianti è di inviarci delle descrizioni o indicazioni che potremo inserire in una sezione apposita dedicata alle "regole da Circolo".
ELEMENTI DISTINTIVI | CODICE GIOCO | |||
NUMERO GIOCATORI E TIPO ASSOCIAZIONE
|
N.GIOCATORI 2/3/4 |
ASSOCIAZIONI TEMPORANEE (per singola smazzata)
|
1 CONTRO TUTTI | 1. 3. 5. 6. 7. 8. |
A COPPIE CON CHIAMATA | 7. 8. | |||
OGNUNO PER SE' | 1. 3. 5. 9. | |||
ASSOCIAZIONI FISSE (per tutta la partita) | COPPIE AFFRONTATE |
2. 4 |
||
OGNUNO PER SE' | 2. | |||
NUMERO DI DISTRIBUZIONI E FASI DI LICITAZIONE (Offerte-Impegni) |
COMPLETA (UNICA)
|
SENZA MONTE | 2. | |
CON MONTE | ||||
CON TALLONE DELLE CARTE RIMANENTI | 10. | |||
PARZIALE | SINGOLA (5 o 10 o 15 carte) | LICITAZIONE INTERMEDIA -> COMPLETATA DISTRIBUZIONE -> LICITAZIONE FINALE |
7. 8. 9. |
|
MULTIPLA (STOP OGNI 5 CARTE) | LICITAZIONI INTERMEDIE -> COMPLETATA DISTRIBUZIONE -> LICITAZIONE FINALE |
4. 5. 6. |
||
OBIETTIVI GIOCO E MODALITA' REGISTRAZIONE PUNTI | SOLO PUNTI CARTE | PUNTI GUADAGNATI/PERSI RISPETTO ALLA MEDIA DEI PUNTI IN GIOCO IN FUNZIONE DEL NUMERO DI GIOCATORI | ||
PUNTI CARTE + PUNTI PREMIO SOMMABILI A QUELLI DELLE CARTE | PUNTI GUADAGNATI/PERSI RISPETTO ALLA MEDIA DEI PUNTI IN GIOCO + PUNTI PREMIO PER OBIETTIVI O IMPEGNI PARTICOLARI |
5. |
||
ASSEGNAZIONE PUNTI PARTITA PER OTTENIMENTO OBIETTIVI O IMPEGNI PARTICOLARI | - LA MAGGIORANZA DEI PUNTI-CARTA DIVENTA SOLO 1 PUNTO OBIETTIVO | - GLI ALTRI PUNTI SONO DATI DA ALTRI OBIETTIVI (ULTIMA PRESA, COMBINAZIONI OTTENUTE A FINE PARTITA (4 RE, ARIE), O CONQUISTA DAGLI AVVERSARI DI CARTE PARTICOLARI (PIGLIATE DI ARIE O PICCIOTTI) |
Come penso a questo punto sia chiaro, i singoli giochi che saranno spiegati schematicamente nelle pagine dedicate, basandosi sostanzialmente sugli scritti di Dummett, laddove possibile integrati da ricerche personali, si differenzieranno fondamentalmente per il modo in cui gli ingredienti cui abbiamo ora accennato sono mescolati per ottenere giochi equilibrati sia per tre che per quattro giocatori in modo da richiedere variegati livelli di strategia, fortuna, azzardo e divertimento in funzione dei meccanismi di formazione delle coppie o delle associazioni e degli elementi da considerare per la vittoria.
Il percorso che il gioco ha seguito comunque storicamente non è come si potrebbe credere lineare nella sola direzione di un progressivo arricchimento e complicazione di un assetto di regole semplici di base. In realtà il percorso principale è probabilmente quello opposto. La quasi certa derivazione del gioco originario del 1663 dal gioco delle Minchiate Fiorentine in versione ridottissima nel numero di carte, secondo le descrizioni di Villabianca, dimostra come esso avesse un sistema complesso e variegatissimo di elementi in grado di dare punteggio che considerava sostanzialmente:
- il normale punteggio accumulato con il valore singolo di certe carte, dette “carte di conto”
- il punteggio dato dall’accusa (cioè dalla dichiarazione ed esposizione a tutti), di certe combinazioni particolari per come fornite dalla fortuna nella mano iniziale (quelle che nelle Minchiate erano dette Virzicoli)
- il punteggio derivante dalla dichiarazione di impegno iniziale (e della effettiva conseguente riuscita alla fine) a comporre certe combinazioni particolari di carte vincendo tutte quelle necessarie tra le proprie prese.
In qualche modo però si può ritenere che storicamente la conclusione più avanzata possibile del percorso di arricchimento e complicazione degli elementi e delle variabili da considerare nei giochi con i Tarocchi la avevano infatti raggiunta proprio i fiorentini con le Minchiate (che Dummett giustamente definisce il contributo del genio fiorentino ai giochi di carte), dopo oltre due secoli dalla nascita dei Tarocchi.
Questa versione importata e via via fatta propria dai siciliani e giocata ai tempi di Villabianca, pur restando molto complessa e mantenendo i diversi aspetti sopra detti era già probabilmente dall’inizio molto meno complicata delle Minchiate. Il numero delle carte secondo quanto ipotizza Dummett sulla base delle indicazione del Villabianca era probabilmente ancora di 78 per il gioco a 4 e ridotto a 63 per quello a tre.
Nell’ambito dei giochi ancora oggi praticati, quelli più vicini a quell’assetto originario sono sicuramente quelli di Mineo e il Vanto di Tortorici nella versione praticata fino al 1930. In essi permane della complessità iniziale il sistema dei punti partita legati a imprese particolari o la presenza di alcune scommesse di impegno iniziale.
In tutti gli altri giochi il sistema dei punteggi è basato solo sul valore delle carte, applicando in alcuni casi dei moltiplicatori in funzione delle associazioni tra compagni o della presenza di un solista che gioca contro tutti gli altri.
Il gioco di Barcellona appare oggi come il più semplificato e scarno in tutte le fasi sia in quella di distribuzione, sia in quella delle offerte, sia nei punteggi, probabilmente perché deriva da una importazione recente da giocatori di Palermo ai primi del ‘900. Didatticamente quindi è il più semplice da imparare ed è per questo presentato per primo.
A seguire vengono presentati i giochi di Tortorici che, escludendo il Vanto del 1930, seguono un assetto simile ai primi con variazioni sia nella fase di distribuzione, che prevede fasi parziali e dichiarazioni intermedie, sia in quella delle offerte.
Vengono descritti poi i giochi di Mineo con il loro assetto particolare ed il loro rispetto per le regole originarie, con la conseguente ricchezza del numero di elementi da considerare per perseguire la vittoria.
Infine vengono presentati i giochi di Calatafimi, come esempio di minor rispetto per la conservazione delle regole antiche, ma alla ricerca comunque di un gioco ancora rinnovato e ricco di variabili e di componenti interessanti, soprattutto nella struttura delle fasi delle offerte e dei meccanismi di formazione delle coppie.
In ogni caso, fatto lo sforzo iniziale per imparare le regole, anche per i giochi che abbiamo definito più complessi, è giusto chiarire che si tratta tutto sommato di una complessità pienamente ripagata dal divertimento e dalla ricchezza che ha il gioco giocato. Anche i "fratelli maggiori" del gioco delle Minchiate, hanno complicazioni, soprattutto mnemoniche, notevoli, che hanno probabilmente contribuito a impedire che il gioco mantenesse una diffusione minima già nel secolo passato essendosi probabilmente "estinto" prima. Questo ovviamente senza nulla togliere al valore culturale degli sforzi dell' Accademia de' Germini per il mantenimento della memoria e della conoscenza del gioco delle Minchiate, nata nel 2008, e di persone come Nazario Renzoni e Andrea Ricci, che sono stati ovviamente di ispirazione per noi. Non bisogna comunque disperare, infatti come recita la frase di Gerald Abrahms riportata nella Home del sito, che mi piace qui richiamare:
I giochi di carte stanno nascosti
nel mazzo di carte, come gli animali
selvatici nella foresta:
alcuni li abbiamo catturati,
altri non li abbiamo ancora visti;
e alcuni, che si credono estinti,
possono rivivere come nella foresta
di Jurassic Park.
Sul piano della difficoltà di comprensione e acquisizione delle regole, se non su quello delle abilità richieste, ancora, i giochi con i Tarocchi Siciliani, restano certamente più approcciabili, anche rispetto al Tarocchino Bolognese, gioco anch’esso splendido, ma con un livello di complessità tale che non gli ha consentito mai di varcare le soglie della provincia bolognese riuscendo a coinvolgere appassionati "fuori le mura". Precisando ovviamente che la realtà storica probabilmente è quella di una "inseminazione" dell'intera Italia con giochi epigoni di tarocchi, dovuta proprio alla attività e di produzione e pratica dei giochi che in quella città fiorì. Nel gioco Bolognese, come ci spiegano gli appassionati e profondi conoscitori raccolti nella Accademia del Tarocchino Bolognese, c'è veramente troppo..se non tutto il pensabile come evoluzione di un gioco di tarocchi, ed è quindi naturale che il tutto spesso divenga per pochi!. Forse nel suo caso il processo di apprendimento e comprensione delle regole “davanti al consesso dei giocatori”, ricorda veramente quasi un processo iniziatico, con connotazioni quasi sacrali e tale da sembrare realmente una pratica occulta!! (o perlomeno occultata e purtroppo rimasta tale da molto nel buio delle taverne e dei bar di un'altra epoca). Forse con esso si ha un caso di gioco che non realmente non si può imparare solo leggendo, e che necessita, come sempre comunque sarebbe meglio, della viva voce di chi lo sa giocare.
Ma non si può per questo rinunciare alla possibilità che i tarocchi Siciliani riprendano il loro posto di “patrimonio popolare” come gioco per tutti. Ed a confortarci in questo ci sono i casi di tutti gli altri giochi della stessa famiglia diffusi in tutta Europa e in particolare il caso francese. Come detto, in Francia nel giro di una trentina d’anni il gioco è passato dalla quasi totale dimenticanza ad essere il gioco di carte più diffuso e praticato, anche grazie ad una rivisitazione e una progressiva sistemazione delle regole per creare un gioco moderno sfruttando al 100% uno strumento ed un meccanismo di gioco antichissimo